Di Carlo Sellitto, definito dagli storici dell’arte il primo caravaggesco napoletano, sono esposti: Madonna delle Grazie, Madonna degli Angeli, Madonna del Suffragio, Santa Cecilia all’organo e il polittico ritraente San Rocco, Madonna Immacolata e San Bernardino da Siena. Di Gian Giacomo Manecchia i pannelli riproducono le tele Ponzio Pilato si lava le mani e Nozze di Cana, mentre della figlia Anna Maria sono i dipinti Visita ai poveri e la Sacra Famiglia con Sant’Anna e San Gioacchino. In esposizione vi è anche un pannello che ricorda Giuseppe Capocasale, nato a Montemurro nella metà del ‘700, religioso e filosofo definito il “Socrate cristiano”. Fu docente nell’ateneo di Napoli e precettore del re delle Due Sicilie Ferdinando II. Nello stesso convento sono collocate le statue di San Domenico e San Vincenzo mentre nei locali sovrastanti, la mostra permanente “La stanza della pittrice” è dedicata alle opere di Maria Padula.
Con Maria Padula giungiamo al Novecento e ci inoltriamo nel Neorealismo di cui l’artista montemurrese fu una illustre esponente. Con l’ausilio delle nuove tecnologie ha preso vita il progetto “I luoghi della pittrice” allo scopo di promuoverne l’arte in un modo del tutto originale. Quattordici mattonelle bianche dislocate in altrettanti posti di Montemurro segnalano l’esatta posizione dove Maria poggiava il suo cavalletto dipingendo scorci di paese per lei particolarmente significativi. Il QR Code sovraimpresso permette di visionare il dipinto sul display del cellulare o del tablet, consentendo la comparazione della realtà come era e come è adesso.
Tale sistema porta l’arte fuori dai musei e rende musei gli spazi aperti. È quanto è successo anche con i graffiti polistrato ideati dal marito Giuseppe Antonello Leone ben visibili, considerando le ampie dimensioni, nei vicoli o lungo i corsi di Montemurro. Sono l’esito della Scuola del graffito che il maestro ha fondato nel 2003, nel suo paese di adozione, allo scopo di tramandare la tecnica a generazioni di artisti. Artisti, che dalle regioni italiane e da altri continenti, giungono qui nell’ultima decade di agosto per capire come un graffio possa generare figure su superfici stratificate di cemento colorato. Ogni anno la commissione tecnico-scientifica della Scuola definisce il tema su cui gli artisti dovranno elaborare l’opera. La prima edizione fu dedicata al grande amico Leonardo Sinisgalli. Leone per l’occasione realizzò il graffito Ovo Matematicus.
Padula e Leone non furono soltanto raffinati pittori e scultori. La loro produzione si espresse anche attraverso la letteratura, dove Maria si contraddistinse per romanzi e racconti improntati sui fatti del suo tempo, ambientati nei luoghi d’origine: “Il paese è paese d’inverno”, “Il traguardo”, “Il vento portava le voci”, “L’uovo del cuculo”, oltre ad articoli e saggi sui problemi dell’arte che vennero pubblicati su riviste specialistiche.
Anche Giuseppe Antonello Leone ebbe modo di esprimersi attraverso la letteratura ma da poeta. Vi saranno le more ai rovi, Eretico: poesie, Venti paralleli: poesie, Albe su muri a secco, sono le raffinate liriche di un uomo che sapeva andare all’essenza delle cose per scorgerne il bello anche dove apparentemente il bello non c’era.
Il filo poetico porta ad un altro montemurrese illustre. È Leonardo Sinisgalli che rivive nella Fondazione a lui intitolata sorta nel 2008. È ubicata lungo l’omonimo corso, nella casa di famiglia. Il suo operato, mosso dal doppio interesse scientifico-tecnologico ed artistico-letterario, ascrive l’ingegnere nel panorama culturale italiano da innovatore. La sua mente matematica posata sul mondo gli ha consentito di interpretarlo secondo inedite visioni che includono, non separano, ogni forma espressiva dell’ingegno. Nessuna disciplina è più o meno importante di un’altra. Tutte sono posate su una virtuale bilancia del Sapere che mai pende da una sola parte. Sinisgalli ha collaborato con importanti aziende nazionali nel pieno sviluppo post bellico: Olivetti, Eni, Finmeccanica, Alitalia, Pirelli. Per qualcuna ha fondato e diretto riviste che erano il riflesso del suo modo di vedere la vita. Si è cimentato con il disegno e, soprattutto, ha scritto. poesie e racconti redatti tra gli anni ’20 e gli anni ’80 per importanti case editrici. Sono tantissimi: Quaderno di geometria, 18 poesie, Campi Elisi, Vidi le muse, Furor mathematicus, Horror vacui; e poi Fiori pari, fiori dispari, Belliboschi, Mosche in bottiglia, Dimenticatoio, solo per citarne alcuni. Le opere postume comprendono tra le altre: Ventiquattro prose d'arte, L'albero bianco, Carte lacere.